martedì 14 marzo 2017

Andrea Riccardi, chi è davvero? Scatti per una biografia non ufficiale

6 scatti per fare luce sulla vita di Andrea Riccardi: una biografia rigorosamente non ufficiale.

Tanto per cominciare, Andrea Riccardi non è proprio romano. Cioè, è nato a Roma, il 16 gennaio 1950, ma ha trascorso l'infanzia e parte dell'adolescenza in Romagna perché il padre era direttore di banca a Rimini, e poi a Forlì, ed è tornato a Roma a 15/16 anni. 

Andrea Riccardi bambino
"Ho riscoperto Roma - ha raccontato Andrea Riccardi in un'intervista -  andando al liceo Virgilio e quello degli studenti era un mondo effervescente, era il ’68, e per me nel’68 c’è stata la scoperta della periferia e l’inizio del rapporto con i baraccati, i poveri, fare scuola in periferia con i miei compagni, con quell’embrione che poi sarebbe diventata la famiglia della Comunità di Sant’Egidio".

Nel 1968 Riccardi ha 18 anni, e partecipa dei fermenti di quegli anni in maniera originale. Spirito indipendente, dopo essere entrato in contatto con varie esperienze cristiane di quell'epoca, inizia qualcosa di tutto suo, un gruppo senza nome, se non quello, molto generico di "comunità". Sono un gruppetto di studenti del centro di Roma, vanno dai poveri delle baracche sotto al Tevere, si incontrano alla Chiesa Nuova. Almeno all'inizio, non c'è nemmeno un prete con loro. Per saperne di più.
Nel 1973 il gruppo riesce a trovare una sede e si installa in un convento abbandonato nel quartiere di Trastevere. Da allora assume il nome di Comunità di Sant'Egidio.


Andrea Riccardi, Vincenzo Paglia, Mario Marazziti, papa Giovanni Paolo II
Riccardi, Marazziti, Paglia con Giovanni Paolo II

1978: Andrea Riccardi (nella foto con Mario Marazziti e Vincenzo Paglia) incontrano a Santa Maria in Vallicella  Giovanni Paolo II 

Nel frattempo si era unito al gruppo, che ormai risponde al nome di "Comunità di Sant'Egidio", anche un giovane prete, viceparroco a Casalpalocco nella periferia di Roma: don Vincenzo Paglia. Lo vediamo nella foto, insieme a Mario Marazziti e Andrea Riccardi, in uno dei primi incontri con papa Woytila. L'impegno personale nella vita privata e in quella pubblica ha sempre messo in luce l'importanza dei legami personali. L'incontro, racconta Riccardi "è avvenuto dopo che noi avevamo scritto al papa dicendo che era stato bruciato un giovane somalo che viveva sotto i cartoni, Ali Djama. Il papa ne aveva parlato all’Angelus e ci volle vedere: stiamo parlando proprio di questo. Sant’Egidio lì cominciò ad essere considerata una realtà del mondo cattolico, della Chiesa e il rapporto con Woytila è stato un rapporto forte, strano, perché veniva da un altro mondo rispetto al nostro. E Woytila ha tenuto a Sant’Egidio ed ha anche appoggiato l’attività internazionale di Sant’Egidio".

Trattative di pace a Sant'Egidio
Le trattative di pace per il Mozambico a Sant’Egidio

Fine anni '80. Riccardi non si è sposato, non ha moglie e fgli e dedica tutta la sua attività alla Comunità. In questi anni la sua attenzione si rivolge all'Africa. Nella foto, si vede un ambiente un po' insolito per una trattativa di pace: tavoli pieghevoli, disegni fatti dai bambini alle pareti. E' la Sant'Egidio di una comunità ancora giovane, che si addentra nella politica internazionale ospitando le trattative tra Frelimo (al governo ) e Renamo (guerriglia) con la mediazione di Andrea Riccardi, di Matteo Zuppi (oggi arcivescovo di Bologna) e di Mario Raffaelli per il governo italiano. 

Lo storico: nel giardino di Sant’Egidio con un libro tra le mani
Si tratta del libro sui Martiri nel XX secolo "Il secolo del martirio", pubblicato nel 2000, che contiene le storie di migliaia di "martiri" cristiani del Novecento, molti figure per lo più dimenticate. Un tema un po’ nascosto: il martirio dei cristiani nel mondo sovietico, il nazismo, la persecuzione religiosa, un martirio che ancora oggi continua. Docente di storia, prima a Bari poi alla Università Roma Tre, Andrea Riccardi è un prolifico scrittore: saggi sul papato, sulla geopolitica della Chiesa, sui temi della convivenza. "Sono storico - dice di se' - e credo che la storia sia importante perché ci aiuta a leggere il presente, senza storia non capiamo la profondità dei fatti. Si dice che la storia è maestra di vita: forse no, ma la storia è la lingua che serve a capire la realtà". Vai ai libri di Andrea Riccardi


Ministro della Cooperazione Internazionale e dell'integrazione e per le politiche della famiglia 
Il 16 novembre 2011, Andrea Riccardi,  entra a far parte del governo tecnico di Mario Monti, con l’incarico di Ministro per la Cooperazione Internazionale e l’Integrazione. Al momento della firma davanti al presidente della Repubblica, omette la parte finale del giuramento. "L'emozione" dirà. 
Da ministro si occupa di cooperazione internazionale, di integrazione, di lotta al razzismo. Non piace a tutti, e subirà attacchi da alcuni siti antisemiti. Vedi rassegna


Dialogo interreligioso
Giovanni Paolo II nel 1986 per la prima volta invitò i leader di tutte le religioni a pregare ad Assisi non l’uno con l’altro ma l’uno accanto all’altro. Andrea Riccardi, con la Comunità di Sant’Egidio ha ripreso questa formula e ha continuato anno dopo anno a invitare i leader delle religioni mondiali, ogni anno in una città diversa. A 30 anni dal primo incontro,  nel settembre 2016, l'adunata interreligiosa si è tenuta ad Assisi. Hanno partecipato anche papa Francesco e il patriarca di Costantinopoli Bartolomeo. "Assisi  ha voluto essere un segnale di pace e di dialogo in questo mondo di guerra", ha affermato Riccardi.

venerdì 10 marzo 2017

Danilo Mainardi, fondatore dell'eco-etologia... cioè?

Nato Milano il 15 novembre 1933, Danilo Mainardi è figlio di Enzo Mainardi, poeta e pittore futurista. Danilo è stato professore ordinario di Ecologia comportamentale nell'Università Ca'Foscari di Venezia. Primo ternato a un concorso a cattedra nel 1967, è stato professore prima di Zoologia, quindi di Biologia generale e infine di Etologia presso l'Università di Parma, nelle facoltà di Scienze e di Medicina, fino al 1992. Nella stessa Università è stato anche direttore dell'Istituto di Zoologia e del Dipartimento di Biologia e Fisiologia Generali e, nell'Università Ca' Foscari, del Dipartimento di Scienze Ambientali.

E' stato direttore dal 1973 della scuola internazionale di etologia del Centro Ettore Majorana di Cultura scientifica di Erice, dove ha organizzato numerosi corsi e workshops (Foundations of Ethology, Neuropsychology and Behaviour, The Behaviour of Human Infant, Mouse Aggression, Ethology and Psychobiology of Fear and Defence, Protection and Abuse of Young in Animals and Man, Behavioural Ecology of Fishes, Ontogeny of Food Preferences in Mammals, Attention and Performance, Underwater Bioacustics, Protected Areas of the Mediterranean, Behavioural Effects of Environmental Endocrine-Disrupting Chemicals, Research Techniques in Ethology and Animal Ecology, Ethology and Biomedical Research, Vertebrate Mating Systems, An economic and naturalistic integrated approach on biodiversity) i cui contenuti sono stati per gran parte pubblicati in volumi della Plenum Press, della Harwood Academic Publisher e della World Scientific.

Danilo Mainardi è stato inoltre presidente nazionale della Lipu (Lega italiana protezione uccelli).

E' stato membro di accademie e società tra cui l'Istituto Lombardo, l'Istituto Veneto, l'Ateneo Veneto, l'International Ethological Society di cui è stato presidente, la Società Italiana di Etologia, di cui è stato presidente, e quella di Ecologia. E' stato direttore del Italian Journal of Zoology, organo dell'Unione Zoologica Italiana. E' stato presidente della XIV International Ethological Conference (1975) e del convegno "Multidisciplinary Approaces to Conflict and Appeasement in Animals and Man", organizzata dall'International Society for Research on Aggression (1985).

L'attività scientifica, concretizzata in più di 200 pubblicazioni, è rivolta ad aspetti di ecoetologia e, da un punto di vista teorico, ai fondamenti metodologici dell'educazione ambientale e al suo ruolo per la protezione dell'ambiente, in relazione all'importanza dell'impatto dell'uomo sulla natura. Per lungo tempo la sua ricerca s'è massimamente incentrata sugli aspetti etologici (comparativi e evolutivi) del comportamento sociale, con attenzione a quello infantile.

giovedì 9 marzo 2017

Aung San Suu Kyi, storia di una donna che fa discutere

Aung San Suu Kyi ⟨àuṅ san suu kii⟩. -  Una donna straordinaria, senza dubbio. Anche discussa.
Nata a Rangoon nel 1945, cresciuta fuori del suo paese, nel 1988  è tornata in Birmania per impegnarsi nel processo di democratizzazione nazionale. Promotrice della Lega nazionale per la democrazia, è divenuta il simbolo dell'opposizione non violenta al regime militare, che ha sempre cercato in tutti i modi di ridurla allo stremo e limitarle gli strumenti di lotta. Nel 1991 ha ricevuto il premio Nobel per la pace.

Figlia del generale Aung San U, ha studiato in India (1960) e nel 1964 si è stabilita in Inghilterra, dove ha frequentato la Oxford University e ha sposato un inglese, Michale Aris. Un grande amore, anche se la vita e il senso che lei ha di un "dovere politico" nei confronti del suo paese li ha separa.
Quando lui, nel 1999 muore di tumore, lei non può uscire dalla Birmania neppure per il funerale del marito.
Era tornata in Birmania poco più di 10 anni prima, nel 1988, in un periodo di forte tensione politica  ha deciso di impegnarsi attivamente per la democratizzazione del proprio paese ed è stata tra i promotori di un nuovo partito, la Lega nazionale per la democrazia, di cui è stata nominata segretario generale. Divenuta il simbolo dell'opposizione non violenta al regime militare, nel luglio 1989 A. è stata posta agli arresti domiciliari e fatta oggetto di una intensa campagna diffamatoria orchestrata dal regime per minarne la credibilità e depotenziare il suo movimento politico, anche in vista delle prime elezioni multipartitiche fissate per il maggio 1990, finalizzate alla formazione di un'Assemblea costituente.
Fallito vistosamente tale tentativo (la Lega nazionale per la democrazia conseguì alle elezioni l'82% dei consensi), nell'apr. 1991 i militari hanno ottenuto l'estromissione di A. dalla Lega e continuato a ostacolare la convocazione dell'Assemblea costituente. Nell'ottobre dello stesso anno è stata insignita del premio Nobel per la pace, ciò che ha provocato una forte mobilitazione dell'opinione pubblica internazionale e accresciuto l'isolamento diplomatico della Birmania. Concessole uno stato di semilibertà  nel luglio 1995, anche a seguito delle pressioni degli Stati Uniti e delle Nazioni Unite, in ottobre A. ha assunto nuovamente il suo incarico nel partito, rilanciandone l'attività di opposizione; nonostante ciò, anche negli anni successivi ha continuato a essere oggetto di ripetuti provvedimenti restrittivi, e solo nel novembre 2010 ha riottenuto la piena libertà. Nel 2011, dopo il trasferimento del potere a un governo civile, considerato comunque un'emanazione di quello militare, A. ha dichiarato di voler rinunciare alla politica di boicottaggio e nel gennaio dell'anno successivo ha ufficializzato la sua candidatura alle elezioni parlamentari suppletive previste per l'aprile del 2012; alle consultazioni la Lega nazionale per la democrazia si è affermata come principale forza dell’opposizione, e a Kahwmu, la circoscrizione in cui si presentava, A. è stata eletta con l'82% delle preferenze. Sebbene il Parlamento sia comunque dominato dai sodali dell'esercito, l'opposizione ha guadagnato consensi e visibilità estremamente utili in vista delle consultazioni del 2015, alle quali la leader ha presentato ufficialmente la sua candidatura nel giugno 2013. Svoltesi nel novembre 2015, le prime elezioni libere nel Paese dalla fine della dittatura militare hanno registrato la netta affermazione del partito della dissidente, che ha riportato oltre il 70% delle preferenze; storico risultato è stato inoltre raggiunto nel marzo 2016 con la nomina alla presidenza del Paese dell'economista Htin Kyaw, anch'egli membro della NLD, primo civile eletto dopo 54 anni di dittature militari e braccio destro di A., impossibilitata ad assumere tale carica in ragione del mancato emendamento di un articolo della Costituzione che vieta a chiunque sia coniugato con uno straniero o abbia figli con passaporto estero di correre per tale ruolo. Nel marzo 2016, subito dopo l'elezione a presidente, Htin Kyaw ha assegnato alla donna politica la carica di ministro degli Esteri.