giovedì 9 marzo 2017

Aung San Suu Kyi, storia di una donna che fa discutere

Aung San Suu Kyi ⟨àuṅ san suu kii⟩. -  Una donna straordinaria, senza dubbio. Anche discussa.
Nata a Rangoon nel 1945, cresciuta fuori del suo paese, nel 1988  è tornata in Birmania per impegnarsi nel processo di democratizzazione nazionale. Promotrice della Lega nazionale per la democrazia, è divenuta il simbolo dell'opposizione non violenta al regime militare, che ha sempre cercato in tutti i modi di ridurla allo stremo e limitarle gli strumenti di lotta. Nel 1991 ha ricevuto il premio Nobel per la pace.

Figlia del generale Aung San U, ha studiato in India (1960) e nel 1964 si è stabilita in Inghilterra, dove ha frequentato la Oxford University e ha sposato un inglese, Michale Aris. Un grande amore, anche se la vita e il senso che lei ha di un "dovere politico" nei confronti del suo paese li ha separa.
Quando lui, nel 1999 muore di tumore, lei non può uscire dalla Birmania neppure per il funerale del marito.
Era tornata in Birmania poco più di 10 anni prima, nel 1988, in un periodo di forte tensione politica  ha deciso di impegnarsi attivamente per la democratizzazione del proprio paese ed è stata tra i promotori di un nuovo partito, la Lega nazionale per la democrazia, di cui è stata nominata segretario generale. Divenuta il simbolo dell'opposizione non violenta al regime militare, nel luglio 1989 A. è stata posta agli arresti domiciliari e fatta oggetto di una intensa campagna diffamatoria orchestrata dal regime per minarne la credibilità e depotenziare il suo movimento politico, anche in vista delle prime elezioni multipartitiche fissate per il maggio 1990, finalizzate alla formazione di un'Assemblea costituente.
Fallito vistosamente tale tentativo (la Lega nazionale per la democrazia conseguì alle elezioni l'82% dei consensi), nell'apr. 1991 i militari hanno ottenuto l'estromissione di A. dalla Lega e continuato a ostacolare la convocazione dell'Assemblea costituente. Nell'ottobre dello stesso anno è stata insignita del premio Nobel per la pace, ciò che ha provocato una forte mobilitazione dell'opinione pubblica internazionale e accresciuto l'isolamento diplomatico della Birmania. Concessole uno stato di semilibertà  nel luglio 1995, anche a seguito delle pressioni degli Stati Uniti e delle Nazioni Unite, in ottobre A. ha assunto nuovamente il suo incarico nel partito, rilanciandone l'attività di opposizione; nonostante ciò, anche negli anni successivi ha continuato a essere oggetto di ripetuti provvedimenti restrittivi, e solo nel novembre 2010 ha riottenuto la piena libertà. Nel 2011, dopo il trasferimento del potere a un governo civile, considerato comunque un'emanazione di quello militare, A. ha dichiarato di voler rinunciare alla politica di boicottaggio e nel gennaio dell'anno successivo ha ufficializzato la sua candidatura alle elezioni parlamentari suppletive previste per l'aprile del 2012; alle consultazioni la Lega nazionale per la democrazia si è affermata come principale forza dell’opposizione, e a Kahwmu, la circoscrizione in cui si presentava, A. è stata eletta con l'82% delle preferenze. Sebbene il Parlamento sia comunque dominato dai sodali dell'esercito, l'opposizione ha guadagnato consensi e visibilità estremamente utili in vista delle consultazioni del 2015, alle quali la leader ha presentato ufficialmente la sua candidatura nel giugno 2013. Svoltesi nel novembre 2015, le prime elezioni libere nel Paese dalla fine della dittatura militare hanno registrato la netta affermazione del partito della dissidente, che ha riportato oltre il 70% delle preferenze; storico risultato è stato inoltre raggiunto nel marzo 2016 con la nomina alla presidenza del Paese dell'economista Htin Kyaw, anch'egli membro della NLD, primo civile eletto dopo 54 anni di dittature militari e braccio destro di A., impossibilitata ad assumere tale carica in ragione del mancato emendamento di un articolo della Costituzione che vieta a chiunque sia coniugato con uno straniero o abbia figli con passaporto estero di correre per tale ruolo. Nel marzo 2016, subito dopo l'elezione a presidente, Htin Kyaw ha assegnato alla donna politica la carica di ministro degli Esteri.

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